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Le attività processuali della Corte europea per i diritti dell’uomo durante l’emergenza COVID-19

Con un comunicato stampa diffuso dalla sua Cancelleria il 16 marzo scorso la Corte europea per i diritti dell’uomo ha annunciato l’adozione di una serie di misure relative alle proprie attività in conseguenza dell’emergenza sanitaria in corso. Secondo quanto reso noto, si confermavano le attività essenziali e, segnatamente, l’esame dei casi prioritari e delle richieste di misure cautelari. Al riguardo la Corte rassicurava sulla continuità delle funzioni, da svolgere mediante l’utilizzo del telelavoro. Si disponeva inoltre la chiusura al pubbligo dei locali della Corte e la cancellazione delle udienze calendarizzate per i mesi di marzo e aprile. Sul piano strettamente processuale la Corte annunciava la sospensione eccezionale per un mese a decorre dal 16 marzo del termine per la proposizione dei ricorsi individuali e, per lo stesso periodo, la sospensione di tutti i termini assegnati nei procedimenti pendenti.

Con successivo comunicato stampa del 27 marzo, la Corte precisava che, ferme le notifiche e le pubblicazioni effettuate tra il 17 il 26 marzo, essa non avrebbe più proceduto alla pubblicazione e alla notifica di alcuna sentenza o decisione fino a ripristino dell’attività ordinaria (in sostanza durante il periodo emergenziale la Corte proseguirà la sua attività giurisprudenziale, ma non notificherà o pubblicherà le decisioni adottate).

Com’era immaginabile, stante il persistere e l’ulteriore aggravarsi dello stato emergenziale causato dalla pandemia di COVID-19, si è resa necessaria la proroga delle misure adottate, nonchè la precisazione delle relative modalità applicative. In particolare, con comunicato stampa del 9 aprile la Corte ha annuciato che il termine di sei mesi per l’introduzione dei ricorsi, già sospeso per un mese a decorrere dal 16 marzo, sarebbe stato esteso fino al 15 giugno (incluso) e i termini assegnati nelle procedure pendenti, sospesi per la durata di un mese dal 16 marzo 2020, sarebbero stati estesi per un periodo di due mesi dal 16 aprile 2020, con l’eccezione del termine di 3 mesi per la presentazione delle richieste di rinvio alla Grande Camera. Con lo stesso comunicato la Corte ha confermato che, fermo il rispetto delle misure di confinamento adottate dallo Stato francese (che ospita la Corte), mediante il telelavoro e le comunicazioni elettronica essa provvederà ad assicurare le attività di registrazione dei nuovi ricorsi e di assegnazioni alle formazioni competenti.

Ci venga consentito di rinviare per un approfondito commento critico alle note delle Prof. Saccucci sul blog della Società italiana di diritto internazione: La sospensione dei termini processuali da parte della Corte europea per l’emergenza Covid-19 e Post Scriptum sulla sospensione dei termini processuali da parte della Corte europea per l’emergenza Covid-19.


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