La Corte di giustizia dedica un pensiero alla Corte costituzionale tedesca.
Con comunicato stampa dell’8 maggio scorso la Corte di giustizia dell’Unione europea ha ricordato, a beneficio della Corte costituzionale tedesca, che le sentenze da essa rese in via pregiudiziale vincolano i giudici interni per la soluzione della controversia sottoposta alla loro cognizione e che solo lei è competente a constatare che un atto di un’istituzione europea è contrario al diritto dell’Unione, richiamando velatamente quanto accaduto appena due anni prima nel noto caso Weiss e al. (C-493/17).
Nel 2017 la Bundesverfassungsgerichte aveva adito in via pregiudiziale la Corte di giustizia perchè valutasse la compatibilità con i trattati del Q.E., sia sotto il profilo della sua qualificazione come politica monetaria, di competenza della Banca centrale europeaa, e della sua proporzionalitò agli obiettivi di tale politica, sia sotto il profilo del rispetto del divieto di acquistare titoli sovrani nel mercato primario (art. 123 TFUE).
Nel 2018 la Corte ha dichiarato la legittimità del Q.E. sotto tutti i profili evidenziati dal giudice costituzionale tedesco in sede di rinvio. Il 5 maggio scorso la stessa Corte costituzionale tedesca ha sollevato dei dubbi (in merito ai quali ha sollecitato il governo a ottenere i necessari chiarimenti dalla BCE) sulla proporzionalità del Q.E., ritenendo non esaustiva la valutazione operata dai giudici sovranazionali. Da qui l’esigenza della Corte di ribadire i termini della propria competenza e degli effetti delle sue pronunce sulla validità degli atti delle istituzioni europee.